In occasione del XXX
anniversario dell’Associazione Pagani
E’ possibile fare un bilancio
di una associazione come la nostra che un po’ caparbiamente ha continuato la
sua attività per trent’anni?
E’ banale ricordare che dal
1987 il mondo è cambiato ed è cambiato così profondamente che qualcuno parla di
salto antropologico. Cultura, religione, politica, i temi che coinvolgono la
nostra associazione non sono più gli stessi.
Ma vi sono ancora cose che
non cambiano e che possono dare un senso al nostro ritrovarci?
Provo a fare un decalogo di
quelli che sono i valori che secondo me hanno dato e danno ancora un senso alla
nostra esperienza.
Il primato della persona e il
fatto che nulla puo’ stare sopra al valore della vita di ogni uomo e donna.
L’importanza della parola,
della cultura e dell’istruzione con la loro capacità di portare vero progresso.
Il profondo significato della
fede religiosa per scoprire il senso dell’esistenza
La forza della coerenza
morale, con la sua unione tra le parole e i fatti, come criterio per il
giudizio delle persone
La grandezza della politica
che unita alla carità può migliorare in modo profondo il mondo.
La convinzione che anche la
politica e la conoscenza devono umilmente essere consapevoli del loro limite. Il
profondo mistero che ci circonda deve spingerci alla capacità di rivedere in
modo infinito la nostra lettura delle cose e dei fatti.
Il senso dell’amicizia, della
libertà e della bellezza come mezzi per avvicinarci alla felicità.
Il rifiuto di ogni forma di
violenza e la fiducia nel dialogo e nel confronto.
La convinzione che ognuno è
portatore di doveri prima che di diritti e che i diritti si rinforzano solo con
il contributo responsabile di tutti.
La comune convinzione che il
Vangelo di Gesù è fonte di motivazioni e impegni che continuano ad alimentare
in modo inesauribile il mondo.
Tutte queste idee sono forse
superate? La realtà che ci circonda le ha realizzate?
I comportamenti di Gervasio
che spesso si richiamavano a queste idee hanno avuto degni successori?
Io credo proprio di no! Un
infinito, lungo lavoro resta da fare, anzi per molti di questi valori abbiamo
assistito ad un regresso. I mezzi tecnologici e materiali per la vita del
pianeta sono enormemente cresciuti ma l’anima di questi sta ancora nei valori
che abbiamo conosciuto. La tecnica serve solo ad amplificare il male o il bene.
Gli uomini sono sempre più depositari di un potere che può distruggerli, il
compito affidatoci, che trent’anni fa poteva essere guardato con ottimismo e
fiducia, ora ci fa tremare e ci chiede forse troppo?
Il primato della persona è
nei morti del Mediterraneo, o nella carne umana dei lavoratori sfruttati fino
alla morte nei paesi cosidetti emergenti? Sta forse nei cittadini considerati
ingiustamente inferiori che senza responsabilità non riescono ad inseguire gli
standard del nuovo mondo?
L’importanza della parola sta
in una scuola tesa solo ai saperi “produttivi”? La parola è verità o è
svalutata al ruolo di bugia aggressiva? La “fake news” sono la punta di una
montagna di bugie che inquinano il mondo. Non possiamo che rileggere don
Milani, maestro consapevole della forza della parola, non spazzatura ma potente
mezzo di crescita. Devo dire che i miei occhi si sono inumiditi quando ho visto
addirittura un Papa (Papa Francesco) su nel remoto pezzo di terra di Barbiana,
rendere omaggio alla tomba di don Milani, insieme alla commozione è riaffiorato
il dolore che negli anni settanta mi destò l’atteggiamento di alcuni principi della
chiesa verso questo profeta, ma ho avuto anche la riprova che certe azioni
vanno fatte indipendentemente dal loro risultato immediato.
La fede e le fedi nonostante
i più diversi e violenti tentativi non sono state sradicate dall’animo umano.
Purtroppo la religione da strumento di senso diventa spesso strumento di
divisione e mostruosa violenza. La fede che ci ha sempre spinto e della quale
sentiamo il bisogno rifiuta l’integralismo. Il bisogno cioè sempre riaffiorente
di trasformare la fede in legge dello stato, imponendola invece che offrendola
come possibile soluzione.
In molti di noi la politica è
stata ed è tuttora strumento dotato di immensa dignità e proprio per questo non
possiamo non vedere lo stato di degrado
nel quale spesso è stata trascinata. Io credo che il messaggio di
Gervasio sia stato anche quello che, al di là della lucidità dell’analisi delle
situazioni, ha legato la politica alla coerenza morale. Battaglie come quella
del ricambio della classe politica, o del contenimento della spesa e degli
stipendi dei politici, della necessità di contatto con la gente e del
radicamento, siano ancora estremamente attuali.
Così come la visione della
politica come strumento non totalizzante. Tutti quelli che hanno voluto fare
paradisi politici in terra si sono ritrovati a vivere in veri inferni, questo
diceva spesso Gervasio. Così come il suo rispetto ed ammirazione per Aldo Moro
si traduceva nella frase spesso citata: “Questo Paese non si salverà, la
stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera, se in Italia non
nascerà un nuovo senso del dovere”.
Resta però immutata la necessità
che la politica si associ alla carità perché solo così l’attenzione agli ultimi
possa trasformarsi in vera nuova civiltà.
Credo che questa lettura
della parabola del buon Samaritano, che Gervasio mi raccontò, citando una
conferenza a cui aveva assistito, possa chiarire come la politica, rettamente
intesa, possa presentarsi in tutta la sua dignità.
Il buon Samaritano rimette
soldi, tempo ed impegno per aiutare il pover’uomo incappato nei ladroni e
malmenato. Questa è la carità cristiana che il Vangelo ci addita come dovere.
Ma, prolungando la parabola, immaginiamo che, ripassando giorni dopo, il
Samaritano incontrasse un'altra vittima e poi un’altra ancora e così via. A
questo punto il Samaritano avrebbe dovuto cercare di mettere in sicurezza
quella strada e creare le condizioni perché qualunque persona passasse per
quella strada non dovesse essere attaccata dai ladri. Questa ultima attività è
la politica. Anzi magari poi il Samaritano avrebbe scoperto che erano gli albergatori
ad organizzare i pestaggi per guadagnare sui ricoveri dei poveri assistiti. E
in questo caso la politica sarebbe divenuta ancora più indispensabile e
coraggiosa.
Non voglio dilungarmi oltre,
i temi che ho citato meriterebbero ben altro tempo e competenza rispetto alla
mia, ma credo che i valori che la nostra associazione, con tutti i suoi limiti,
ha cercato di tenere vivi siano ancora oggi più che mai attuali e degni di
essere continuati.
Le nostre attività in questi
anni hanno cercato di dare corpo ai valori prima descritti, ne voglio fare un
breve riassunto.
Una serie di importanti e
partecipatissimi convegni hanno visto confrontarsi personaggi di primo livello
politico sui temi emergenti della società italiana ed internazionale.
Contemporaneamente si sono
svolte iniziative di promozione formativa per i giovani attorno all’impegno
politico.
Non sono mancate iniziative
di sostegno culturale ed economico a sacerdoti e laici impegnati nella
solidarietà internazionale, così come sono stati assegnati premi a personaggi
che sono stati veri maestri di vita, come Giuseppe Dossetti o padre Davide
Maria Turoldo.
Conferenze ed incontri sono
stati dedicati a Don Lorenzo Milani, don Primo Mazzolari, Hannah Arendt,
Michele Capra, Giuseppe Lazzati, Oscar Romero.
L’associazione ha pure
coltivato l’attività artistica con l’organizzazione di molti concerti e
rappresentazioni teatrali, le scelte dei contenuti e dei programmi sono stati
sempre omogenei e tesi a potenziare ed approfondire anche con il linguaggio
dell’arte i valori nei quali crediamo.
Abbiamo incontrato in questi
anni oltre agli amici sempre presenti e collaboranti:
per la competenza e la
presenza politico sociale:
Stefano Minelli, Giovanni
Bianchi, Renzo Baldo, Giambattista Scalvi, Giuseppe Taini, Italo Sciuto, Cesare
Trebeschi, Pietro Scoppola, Leonardo Benevolo, Giuseppe Tognon, Domenico
Rosati, Mario Fappani, Leoluca Orlando, Franco Bassanini, Aldo Tortorella, Filippo
Maria Pandolfi, Angelo Detragiache, A. Carlo Moro, G. Battista Armelloni, Giovanni
Guzzetta, Giuseppe Taini, Carlo Fracanzani, Carlo Borgomeo, Domenico Rosati,
Guido Bodrato, Leoluca Orlando, Giulio Quercini, Piero Bassetti, Massimo
D’Alema, Mino Martinazzoli, Lorenzo Delai, Carlo Borgomeo, Laura Balbo, Ermanno
Gorrieri, Lapo Pistelli, Rosy Bindi, Giancarlo Caselli, Rita e Salvatore
Borsellino, Antonino Caponnetto, Giovanni Bianchi, Gabriele Smussi, Giancarlo
Rovati, Maresco Ballini, Domenico Simeone, On. Giancarlo Lombardi, On. Fabrizio
Bracco, Aldo Redaelli, On. Pier Luigi Castagnetti, Sabina Siniscalchi (Mani
Tese), Armando Spataro (magistrato), On. Giovanni Kessler, sen. Luigi Bobba,
Anselmo Palini, On. Jean Leonard TOUADI, Massimo Campanini, Fulvio De Giorgi,
ecc.
impegnati nella chiesa come
consacrati
Padre Fausto Marinetti, don
Mario Pasini, don Antonio Fappani, Mons. Giovanni Nervo, Don Angelo Nassini,
Mons. Enzo Rinaldini, Don Carlo Verzelletti, Padre Fausto Marinetti, Piero
Gheddo, Padre Bartolomeo Sorge, Padre Alex Zanotelli, Padre Abramo Levi,
Giuseppe Stoppiglia (ass. Macondo), padre Pietro Bodei, Giulio Albanese Padre
Colombiano, don Virginio COLMEGNA, Don Fabio Corazzina, Abuna Ibrahim Faltas
Frate francescano, Don Armando Nolli, ecc.
Per le iniziative artistiche
abbiamo avuto orchestre come quella dell’Arena di Verona e l’orchestra
Gavazzeni di Bergamo, solisti e gruppi da camera, letture e allestimenti
teatrali con la frequente presenza di Daniele Squassina e Luciano Bertoli.
Le prossime iniziative
Il 26 settembre alle ore
20,30 presso la sede della ACLI di Brescia Pierluigi Castagnetti e Guido
Formigoni ci incontreranno per parlare di Cattolicesimo Democratico e di Aldo
Moro, parteciperà anche il sindaco di Brescia.
A Natale pubblicheremo e presenteremo
un saggio su Gervasio.
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