Un'amicizia indimenticabile
Avevamo circa 4 anni di differenza come età ma trovammo subito possibilità di dialogo e di scambio di idee legato ad alcuni interessi comuni che poi si consolidarano con il trascorrere degli anni.
Dopo poco tempo che ci conoscevamo, precisamente nel maggio del 1961, Gervasio perse il suo papà Rino colpito da una malattia incurabile. Ricordo quei momenti con particolare emozione e la forza d' animo con cui Gervasio affrontò quella terribile prova. Di fronte ad una tragedia così pesante che si abbatteva su una famiglia ancora in fase di formazione e con due fratelli aIle spalle, Lelia aveva 6 anni e Giovanni 4, lui così piccolo trovò la forza d' animo, che continuò negli anni successivi, per essere al tempo stesso punto di riferimento e motivo di particolare attenzione per i fratellini e la mamma.
Per la mamma Assunta poi Gervasio nutriva un affetto ed una stima che mi ha sempre colpito; ricordo come era sempre preoccupato di fare in modo che fosse serena e l' aiutava spesso anche nelle faccende di casa. Ma l' aspetto che più gli stava a cuore era quello di dimostrare alIa mamma con il suo comportamento, con l'impegno costante e proficuo nello studio che su di lui poteva contare per portare avanti gli impegni familiari.
Nel periodo della scuola media, che frequentò a Rovato, credo che Gervasio abbia trovato la sua prima maturazione e la consapevolezza che la vita, pure nella durezza delle sue realtà, era bella ed andava vissuta con determinazione e con spirito di piena fiducia nell' avvenire; una fiducia che gli fu insegnata dalla mamma in particolare, ma anche dalle figure di due sacerdoti che in quegli anni sono stati per il nostro paese dei veri Pastori.
Don Remo e Don Andrea gli furono particolarmente vicini e con il loro affetto e la loro dedizione contribuirono moltissimo alIa sua formazione.
Nell'ambito dell'oratorio, che allora era un po' il centro di tutte Ie attività giovanili, insieme a questi Sacerdoti abbiamo trascorso una giovinezza particolarmente serena e legata alIa crescita in noi dei valori della solidarietà, del rispetto degli altri e delle loro idee, ma sicuramente la cosa più import ante fu la convinzione che la nostra vita doveva essere impegnata, spesa al servizio della gente, di chi più aveva bisogno ed era nelle difficoltà.
Questi aspetti umani di cui Gervasio fu poi un fervido sostenitore ci sono stati proposti però alIa luce della Fede, nella convizione che prima bisognava maturare in noi una vera coscienza cristiana, da qui l'impegno per il catechismo, Gervasio sarà poi catechista per parecchi anni, l'impegno nell'Azione Cattolica ed i momenti di preghiera comune nei ritiri spirituali.
Un' altro momento che caratterizzò gli anni dell'adolescenza di Gervasio fu sicuramente quello legato alIa sua passione per il gioco del calcio. Aveva delle doti innate che lo collocarono in poco tempo al centro dell'attenzione di tutti gli appassionati di questo sport e non solo per quello che sapeva fare suI campo, ma per quanto sapeva dire nell'ambito delle discussioni calcistiche.
Noi due poi insieme a Vincenzo Filisetti ed a pochi altri ancora, eravamo sostenitori acerrimi della Fiorentina. Ricordo che fu il primo ad avere a Coccaglio una divisa della Fiorentina, regalatagli dal suo papà.
Quanti sogni e quante illusioni intorno a questo nostro modo di interpretare la vita sportiva. SuI campo, dicevo, era molto bravo e si impose subito come leader nelle squadre in cui giocava, dando lui sempre il massimo, ma pretendendo dagli altri uguale impegno e dedizione.
Ricordo poi la vittoria alle «Olimpiadi Vitt», manifestazione che si teneva in primavera nei vari oratori della Città, organizzata dal Centro Sportivo di Brescia. Lui fu un vera mattatore in una squadra che comprendeva anche Franco Minelli, Pierantonio Dotti, Borsatti G. Maria, Desio Danesi, Raffaello Chiari, Lussignoli e Mondini. Sono convinto che questi momenti sono ancora nel ricordo di tutti noi per la serenità e l' entusiasmo con cui sono stati vissuti.
Mi piace ancora ricordare Ie molte volte che insieme andavamo a vedere Ie partite allo stadio di Brescia, Ie prime volte con il treno, dopo aver a fatica convinto la mamma Assunta che evidentemente nutriva sempre molta preoccupazione, e poi con suo zio Paolo in macchina. Erano momenti che viveva con particolare entusiasmo e anche con spiccato senso critico.
Dopo la scuola media, che Gervasio superò in maniera brillantissima, continuo gli studi al liceo e precisamente all'istituto Arnaldo di Brescia. In questi anni Gervasio si impegno moltissimo nello studio e per questo lasciò da parte un poco anche il calcio attivo, continuava invece la sua attenzione aIle attività dell' oratorio intese soprattutto ad una sempre più approfondita partecipazione alIa formazione cristiana e sociale.
Nel frattempo anche i nostri rapporti di amicizia andavano sempre più consolidandosi. Avevamo creato un gruppo molto affiatato che comprendeva non solo studenti, ma anche ragazzi che come me avevano cominciato a lavorare nelle officine del paese. Furono anni in cui Gervasio maturò ancora la sua già forte personalità. Incominciarono sempre più frequenti i dialoghi sull'andamento della vita sociale nostra e del paese, Ie opinioni sugli avvenimenti e sulle situazioni anche politiche che andavano creandosi nel mondo.
Cominciava a farsi sentire in lui I' attenzione e la volontà di conoscere i momenti della storia che avevano caratterizzato la vita dell'umanità e Ie sue scelte. I
n sostanza Gervasio stava crescendo e noi che con qualche anno in più sulle spalle avevamo avvertito questa trasformazione, eravamo particolarmente lieti di constatare questo suo desiderio di approfondimento di tematiche così importanti.
Gervasio era comunque rimasto anche in questi anni molto legato alIa sua famiglia, alIa quale dedicava molto del suo tempo, in particolare rivolto ai fratelli Lelia e Giovanni che seguiva sempre con attenzione, Giovanni poi era spesso con lui, e cercava in ogni modo di essere per loro non solo un fratello, ma anche in molte circostanze di supplire al vuoto che aveva lasciato il papà.
Ancora due aspetti voglio sottolineare a riguardo della sensibilità che aveva in cuore e che mi hanno sempre molto colpito. La profonda convinzione dell'importanza della preghiera, non tanto intesa come formulazione di frasi fatte; a tale proposito ricorderò sempre come tutte Ie mattine prima di andare a prendere il treno e magari di corsa, passava in chiesa per una visita. Ricordo pure come frequentemente si portava al cimitero sulla tomba del suo papà e con quale tenerezza aggiustava i fiori, puliva il marmo e la fotografia del papà che sempre baciava, sia quando arrivava che prima di andare via.
Vedi, caro Gervasio, mai avrei pensato di essere qui ad un anno di distanza a scrivere queste note su come ti ho conosciuto da ragazzo e su come abbiamo vissuto la nostra amicizia. Del resto tu sai bene che io non sono poi mai stato uno che sa trasmettere bene in righe quello che ha nel cuore, per i miei pochi trascorsi scolastici. Credo comunque che quanto abbiamo passato insieme sia certamente bastato per poter affermare che ho conosciuto in te dapprima un amico vero e poi successivamente tutto quanto una persona possa sperare di avere in termini di reciproca stima, di consolidato affetto, di grande insegnamento non solo politico, ma anche nell' ambito dei reciproci rapporti che Ie nostre famiglie hanno potuto avere.
Averti perso e stato per tutti noi veramente una cosa terribile, credo comunque che non potremo neanche dimenticarti ne dimenticare tutto quanto ci hai insegnato e donato. Credo fermamente però che non ti abbiamo perso del tutto e questa sensazione mi viene dalle troppe realtà che ci circondano e che parlano in modo vivace di te e delle tue convinzioni. Quando si parlava dell' aldilà tu a noi un po' dubbiosi e forse più che altro in difficoltà a dare una dimensione umana ad una verità così fortemente divina, ci dicevi con fermezza, che nel cielo troveremo modo di avere quella pace di rapporti e quell'affetto reciproco, che qui ci manca.
E' con questo pensiero che ti immagino insieme alle tue care Emanuela, Francesca ed Elisabetta, in attesa che ci si ripossa tutti un giorno ricongiungere e riprendere il rapporto di amicizia che adesso si è interrotto.
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