giovedì 27 aprile 2017

Abbattere i muri


Abbattere i muri. 

Tutta la storia, la vita di ognuno, le costruzioni mentali e materiali, il cammino dei pensieri e una costante lotta per costruire o abbattere muri, divisioni, difese.

Il mondo attraverso la comunicazione, i trasporti e la tecnologia è diventato inevitabilmente ed irreversibilmente aperto.

Assistiamo oggi ad un epocale ed impressionante cambiamento, da una parte ci accorgiamo che il destino di tutti è inestricabilmente collegato, dall'altra abbiamo il terrore che questo porti alla fine ed al regresso dal benessere raggiunto.

Nascono così quotidianamente falsi profeti che promettono nuovi muri, nuove divisioni, sperando che le loro visioni conquistino le menti di quelli che la paura ha reso docili e disponibili ai loro disegni. 

Solo l'intelligenza e la capacità di governare questo cambiamento può invece creare un mondo nuovo e migliore. Già nella storia passata molte volte l'umanità si è trovata di fronte a questa situazione, quando la risposta è stata positiva, creativa, intelligente e partecipata abbiamo assistito al progresso ed alla crescita di un numero sempre più grande di persone; quando invece è prevalsa l'arroganza, la superficialità, l'ignoranza, la presunzione delle soluzioni facili e affidate ad un uomo forte abbiamo visto nascere violenza, dittatura, povertà e regresso.

Noi non vogliamo nuovi muri che comunque sappiamo per esperienza verranno presto e dolorosamente abbattuti ma vogliamo dialogo, impegno, intelligenza e collaborazione. Vogliamo un nuovo umanesimo nel quale ci riconosciamo tutti come esseri umani divisi solo dalla volontà di lottare contro egoismo ed ingiustizia.

Con il contributo dell'arte attraverso questo concerto passeremo in rassegna questi temi.

La sinfonia per orchestra di fiati e percussioni “Odissea” di Robert Smith e l'album dei Pink Floyd “The wall” narrano della lotta dei due protagonisti Ulisse e Pink per abbattere i muri interiori e fisici attraverso fatiche e vicissitudini che gettano un ponte sull'animo umano lungo 2500 anni.